la comunicazione liberata Secondo me un fumetto, cosi' come un libro o un film, deve muovere il kiai. Il kiai, secondo la disciplina del kendo, corrisponde al plesso solare. Se io devo battere qualcuno non lo batto con la testa, non gli do le botte con le zampe, gliele do con il plesso solare. Se io dico tu ti devi spostare perché io ti sch iavardo, ti appiccico contro il muro, lo dico con lo stomaco. E' allora che si fa paura veramente, e a me interessa far paura, tutto il resto non esiste. Andrea Pazienza "Il plesso solare e la tecnica del fumetto" Nota introduttiva sulla metodologia di ricerca L'immediatismo e' indubbiamente un argomento difficile da affrontare. Nella mia ricerca non ho trovato molto materiale specifico al suo riguardo, e questo per un semplice motivo: l'immediatismo non esiste e non può esistere su dei pezzi di carta, non potrà mai avere un corpus teorico ben organizzato ed esplicativo. Necessita di essere vissuto. Tuttavia vario materiale sullargomento è reperibi le allinterno di testi che non trattano esplicitamente o in piena consapevolezz a concetti immediatisti, ma li sfiorano, li sottintendono o danno di essi inter pretazioni particolari tra loro differenti. Lo stesso Hakim Bey nei suoi saggi sullargomento, pur ripromettendosi di svisce rare la materia in modo esauriente, a mio parere commette degli errori nel modo di condurre la sua analisi non prendendo in esame molti aspetti sociologici ch e potrebbero fruttuosamente essere considerati nel discorso. In una simile situazione quindi lunico modo possibile di delimitare il concetto di immediatismo è seguendo un metodo di analisi strutturale lasciando che si d elinei man mano un significato definito in modo differenziale e comunque mai de finitivo. Con queste mie riflessioni mi astengo dal voler dare una definizione ben precis a del concetto di immediatismo, riproponendomi piuttosto di estendere lanalisi dei suoi effetti e significati ad una dimensione più sociologica e semiotica ri spetto a quanto sia stato fatto finora dal movimento situazionista ed anarchico . Dunque il mio discorso vuole essere solo e soprattutto un altro punto di vist a da cui a mio parere è possibile guardare allimmediatismo. .1 Immediatismo e situazionismo Per farsi unidea di cosa sia limmediatismo è di cruciale importanza tenere pres ente che esso prende il via sulla base del movimento situazionista più recente, del quale lo si può ritenere un aspetto, una evoluzione o anche una tattica da zione. Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di pr oduzione si presenta come unimmensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione. Con questo passo esordisce Guy Debord nei Commentaires sur la Société du specta cle, denunciando inequivocabilmente la necessità di spettacolarizzazione del re ale imposta dal sistema sociale. Nulla può più essere vissuto, tutto deve esser e rappresentato. E la predominanza dei sistemi mediatici nel mondo moderno: si collocano al contempo come strumento di unificazione e come settore che concent ra ogni sguardo ed ogni coscienza. In questo modo lo spettacolo si pone non più come un semplice insieme di immagini, ma come un sistema in cui i rapporti int erpersonali fra i soggetti che lo compongono sono posti in essere dalla mediazi one necessaria delle immagini. Avessero davvero motivo di lagnarsi i postliberali come Walzer o McIntyre! Lame ntano lassenza di un cemento sociale in questa metà di secolo, di una dimension e oggettiva ed universalista che ahimè è fin troppo presente nei meccanismi di spettacolarizzazione adottati dal sistema. Lo spettacolo non può essere compreso come un abuso del mondo visivo, prodotto delle tecniche di diffusione massiva delle immagini. Esso è invece una Weltansc haung divenuta effettiva, tradotta materialmente. E una visione del mondo che s i è oggettivata. Un contesto danalisi del genere apre nuove possibilità alla formulazione di teo rie e tattiche dazione situazioniste. Larte inoltre non è più lunico campo dapp licabilità del situazionismo, che poggiando ora su di una solida base analitica socio-economica può andare oltre le astratte formulazioni delle internazionali francesi degli anni 60. Ed è in questo contesto che si deve inserire limmediatismo. .2 Immediatismo: ora, subito e senza mezzi termini Con limmediatismo si vuole definire un concetto di immediatezza sensoriale e te mporale. Un avvenimento è immediato nella misura in cui è temporalmente definit o, ha una propria durata durante la quale è possibile interagire con esso ed ol tre la quale non rimane più nulla di esso. Al contempo è immediato perché presu me una comunicazione non-mediata al proprio interno, non dà spazio allo spettac olo, esclude la rappresentazione, e soprattutto non può essere spettacolarizzat o e quindi integrato in un sistema mediatico. Rompe la tela spettacolare, sfrut ta le sue smagliature. Tutto questo in astratto. Ma tutti sappiamo quanto sia importante la concretezz a. Pensiamo dunque al significato proprio dellimmediatismo, poi giriamo la testa, guardiamoci intorno: TV e telefoni per Esserci!, maniere per avvicinarsi e tocc are altre creature umane. Allora limmediatismo inizia ad acquistare un signific ato più concreto. Ma immediatismo non significa solo questo. Le riflessioni condotte da Hakim Bey e da gruppi quali Anarchia Ontologica e CHAOS continuano ad esplorare in quest a direzione, opponendo alla rete unastrattezza effimera, sensoriale, caotica. M a è con la teoria delle semiosfera che io credo limmediatismo debba essere comp letato, in modo da poter adottare strumenti di analisi più scientifici e concre ti. .3 Teoria della semiosfera Lotman con la formulazione della teoria della semiosfera definisce dei meccanis mi e fornisce degli strumenti di analisi che ritengo siano utilissimi nellappro fondire e meglio definire il ruolo dellimmediatismo ed i suoi effetti. La semiosfera è intesa come un ambito sociale più o meno omogeneo, che a sua vo lta può comprendere dentro di sé gruppi sociali di diversa densità comunicativa che rallentano ed accelerano la circolazione delle informazioni al suo interno . Immaginiamo una sfera. Al suo centro si collocano le realtà sociali più istit uzionalizzate: è il luogo dove le informazioni sono più strutturate e dove è pi ù difficile che giungano le informazioni esterne. Verso la periferia troviamo u na comunicazione più veloce, una continua dialettizzazione culturale fra lingua ggi che tendono poi col tempo a strutturarsi risalendo verso il centro. Il conf ine, il limite della semiosfera, è una membrana osmotica che funge da filtro cu lturale rispetto a tutto ciò che proviene dallesterno, lasciando trapelare solo ciò che può armonizzarsi con lorganizzazione culturale allinterno: è un meccan ismo di autodifesa. È chiaro quindi che la comunicazione allinterno della semiosfera avvenga e debb a avvenire attraverso un linguaggio mediato, linformazione che proviene dallest erno deve essere necessariamente mediata perché possa armonizzarsi con il siste ma culturale nel quale viene proiettata. In caso contrario linformazione risult erebbe incomprensibile o verrebbe ricevuta in modo distorto, potrebbe creare im barazzo in un sistema culturale incapace di interpretarla, sarebbe uninvenzione radicale che forza il codice culturale. Tornando a Guy Debord possiamo ora dire che con il processo di spettacolarizza zione non ha fatto altro che individuare il principale meccanismo di mediazione del mondo occidentale contemporaneo, la sua unica arma di autodifesa, la sua e fficientissima membrana. Limmediatismo dunque deve essere considerato una teoria attraverso la quale elu dere la spettacolarizzazione sistematica del reale. Una teoria dalla quale è ne cessario ricavare delle tattiche dazione. Ciò che si potrà ottenere è un atto c omunicativo di invenzione radicale. .4 Latto comunicativo come invenzione radicale: larte liberata Inserire in un contesto socio-culturale un elemento non mediato, non elaborato in modo da armonizzarsi con il codice culturale predominante, può essere consid erato un atto di invenzione radicale. Una violenta istituzione di codice che cr ea una reazione nella semiosfera. Consideriamo ora questa ipotesi in chiave situazionista: posso tranquillamente affermare che il movimento in questione non ha mai avuto una pianificazione tat tica più rigorosa di questa. Al di là degli slogan spesso usati dai movimenti neo-situazionisti, ora è davve ro possibile dare corpo teorico alla definizione di terrorismo poetico. Attrave rso i meccanismi immediatisti finora discussi è possibile ottenere una varietà di tattiche dazione tutte finalizzate allobiettivo squisitamente situazionista di creare scompiglio nel codice culturale, istituire nuovo codice, accelerare i l movimento dialettico allinterno della semiosfera. Linvenzione radicale è larma di un terrorismo definibile poetico nella misura i n cui sono definibili artistiche le sue armi e i suoi risultati. Il terrorista poetico si delinea quindi come una figura liminale, vuole essere arte pura, scandalosa invenzione. Larte riacquista quella dimensione creativa c he da molto tempo aveva ormai dimenticato, scegliendo di rielaborare costanteme nte la propria retorica e di fare della propria incidenza sulla situazione cult urale il proprio vanto e la propria bellezza. Arte perché la semiosfera si apra allesterno, perché il suo nucleo così rigidam ente strutturato si sciolga, perché larte stessa sia liberata nel modo inteso d a Hakim Bey: Per quanto possibile quel che facciamo deve essere fatto al di fuori della stru ttura psichico-economica messa in piedi dalla totalità come spazio permesso per il gioco dellarte. Come, chiedete, dobbiamo guadagnarci da vivere senza galler ie, agenti, musei, editori commerciali ed istituzioni welfare per finanziare le arti? Oh be, uno non ha bisogno di chiedere limprobabile, pero deve chiedere l impossibile, altrimenti perché cazzo è un artista?! Non basta occupare quella p oltrona sacra e speciale chiamata arte dalla quale prendere in giro la stupidit à e lingiustizia del mondo dei regolari. Larte è parte del problema. Il mondo d ellarte ha la testa nel culo e ora dobbiamo sganciarcene se non vogliamo vivere in un mondo pieno di merda. .5 Reporter vs. Terrorista Poetico Ora che è stata discussa a sufficienza la teoria immediatista è possibile passa re ad un discorso sulla posizione liminale di alcuni soggetti interni/esterni a lla semiosfera e sul ruolo che essi svolgono. Attraverso le definizioni di repo rter e di terrorista poetico è possibile mettere a fuoco due possibili modus ag endi Il reporter si colloca sul confine della sfera culturale e sociale a cui appart iene, svolgendo un ruolo di importanza cruciale. Nella produzione cinematografi ca e letteraria e quindi nellimmaginario collettivo è rappresentato come un sog getto in grado di muoversi con naturalezza al di fuori della semiosfera e di co mprendere codici culturali e sociali estranei, la sua stessa bravura viene cons iderata in base alla sua capacità di sciogliersi dal linguaggio e dal codice so ciale condiviso. Il compito del reporter è quello di raccogliere e trasmettere informazioni dall e realtà esterne, ma cè di più. La sua immagine è duplice, è un doppiogiochista , ed è da questa sua particolarità che scaturisce un senso tragico nel suo ruol o: il reporter fa pur sempre parte della semiosfera. Di più: il reporter è la p iù importante forma di difesa e di sopravvivenza della semiosfera. Così vediamo che non si mescola mai completamente con la realtà di margine che frequenta, e gli ha sempre un cosa in più, un opportunità, un segreto, un aggancio: egli è u n reporter. Il suo compito è ambiguo, strano, è un occhio indiscreto, una sonda , un agente della semiosfera - o un agente dellInterzona. Egli è maledetto nel suo ruolo, il suo compito è nutrire di informazioni la semiosfera, procurarle i l sostentamento necessario, fornire nuovo materiale spettacolare ad un mostro c he ha bisogno di essere sempre più ingozzato della sua stessa materia e che non riesce a metabolizzare nullaltro. Il reporter raccoglie nuovi codici culturali , nuovi linguaggi, nuove informazioni e li elabora, li processa, li trasforma f ino ad ottenere una pappa omogeneizzata che non ha più il potere di ferire le f ragili gengive della semiosfera. E quindi il reporter è anche potenzialmente il peggior nemico del sistema culturale dal quale proviene, egli solo ha gli stru menti cognitivi adatti a nuocergli ed è per questo che è soggetto ad un attento controllo, non può agire in modo completamente indipendente e se intende ribel larsi alla sua funzione di mediazione gli vengono negati i canali di comunicazi one privilegiata di cui usufruiva. Viene imbavagliato. Si possono facilmente intuire ora le caratteristiche del terrorista poetico. Il suo obiettivo, lo scopo della sua arte, è superare le barriere mediatiche dell a società, liberare la realtà dalla rappresentazione. Porre fine, fosse anche p er un lasso di tempo circoscritto (il tempo di una sua performance), alla spett acolarizzazione globale dellesistente. Lartista così inteso si colloca (come il reporter) sulla zona di confine della semiosfera, si interessa allesterno, il suo è uno streben costante nella ricerca di nuovi codici non strutturati. La di fferenza fondamentale rispetto al reporter è che lartista cerca in tutti i modi di non mediare i contenuti che veicola, quasi un volerli rendere indigesti per il codice socialmente condiviso in modo da dialettizzarlo, in modo da fluidifi care i processi di progresso culturale. È lunico modo di combattere una semiosf era nel momento in cui essa tende a cristallizzarsi su linguaggi ormai aridi e svuotati di contenuto. Lartista immediatista è del resto sempre esistito, se così non fosse non vi sar ebbe mai potuta essere evoluzione: essa nasce dal confronto dialettico tra codi ci vecchi e nuovi. Egli è un reporter rinnegato, un ronin in continua ricerca d i nuovi canali di comunicazione non mediata, ed in questo suo sforzo è puntualm ente ostacolato dai meccanismi di autodifesa della semiosfera. Larte in questo senso è (e deve essere) fuorilegge nel senso più ampio del termine. sabotaggio artistico le catene della legge sono state spezzate guerriglia urbana di liberazione ragazzi utopie pirata il caos non è mai morto Questi ed altri sono gli slogan che sottolineano la precisa volontà di rottura con il sistema e con la sua tendenza a cristallizzarsi, fattasi sempre più peri colosa soprattutto negli ultimi anni nel mondo occidentale (che tra laltro oggi si presenta come unico mondo possibile!). Spostando il discorso su un piano più concreto, considerando proprio la più imp ortante semiosfera contemporanea - il mondo occidentale - limmediatismo anche s e nato da poco ha immediatamente preso posizione contro valori condivisi e fond amentali per il nostro codice culturale: il lavoro, la famiglia, la tecnologia utilizzata nella spettacolarizzazione, proponendo di continuo modelli esotici ( come la comunità sufista dei Qalandari nella cultura Islamica) che finora però hanno rappresentato solo stravaganti alternative culturali mai prese sul serio. Interessante considerare altre esperienze, a mio parere più mature, di gruppi a narco / immediatisti in america che svolgono unintelligente azione di pirateria via etere riappropriandosi di mezzi di comunicazione di massa quali tv e radio con complessi espedienti tecnologici: è la realtà esterna alla semiosfera, non mediata, che entra dal portone principale! Nellultimo esempio si scorge ancor più chiaramente lanalogia tra i due ruoli fi n qui discussi. Del resto sono da considerare due idealtipi non precisamente di stinguibili in realtà, rappresentano due opposte direzioni che nellessere consi derate aprono un vasto ventaglio di possibilità dazione per chi assume il ruolo di comunicatore. Bibliografia Guy Debord, Commentari sulla società dello spettacolo, ed. Sugarco 1990 Hakim Bey, T.A.Z. Zone Temporaneamente Autonome, ed. Shake Underground 1997 Hakim Bey, Via radio saggi sullimmediatismo, ed. Shake Underground 1995 Hakim Bey, Millennium dalle T.A.Z. alla rivoluzione, ed. Shake Underground 199 7 Umberto Eco, Trattato di semiotica generale, ed. Bompiani 1995 Venerdì (supplemento di Repubblica), 10 ottobre 1997 n.501 A cura di Vincenzo Mollica, Andrea Pazienza PAZ scritti, disegni, fumetti, ed . Einaudi 1997 Thomas Pynchon, E giusto essere luddisti?, DECODER rivista internazionale unde rground n.11 ed. Shake Underground 1997 * le date di edizione fanno tutte riferimento allultima ristampa